Il tempo è l’elemento di ispirazione principale del progetto enologico Ladaltempo. Paolo e Isabella Bisol – figlio e nipote del fondatore di Cantina Ruggeri che sono portavoce della visione lungimirante dell’azienda – hanno svolto una ricerca storica sull’antico sistema di misurazione del tempo nel territorio di Ruggeri per scoprire che la meridiana è una vera e propria icona vernacolare del paesaggio rurale della Valdobbiadene.
“Come abbiamo già detto, davvero non è un caso se Valdobbiadene, l’antica Valduplavenis, la terra “ove eternamente fiorisce la vite” (Venanzio Fortunato), è punteggiata di meridiane. Se ne contano oltre cinquanta in un territorio abitato e coltivato da meno di diecimila anime.
Da sempre l’uomo ha sentito imperativo il bisogno di rendere esplicito, quasi “visibile”, il mistero dell’eterno fluire e tornare del Tempo. Ovunque, da millenni, si trovano affascinanti congegni governati dal sole. Anche a Valdobbiadene vi erano alcune meridiane, ma fu l’abate Giovanni Follador a dare un forte impulso alla gnomonica nei nostri borghi. Nato nel 1785 al Fol di Santo Stefano, a pochi passi dalla sede originaria di Cantina Ruggeri, si distinse fin da subito “per ingegno, memoria e profitto”. A ventitré anni fu ordinato sacerdote e tosto divenne Professore di Matematica e Fisica in Padova, portando sempre nel cuore la passione per i quadranti solari, e realizzando nel 1862 la grande meridiana che campeggia sul campanile della piazza di Valdobbiadene.
Le meridiane, definite da Andrea Zanzotto “ponti tra il cielo e l’agire umano”, inducono spesso in chi le osserva, nel moderno viandante, nel turista, un vago senso di quiete, quasi di riposo; non vi è l’incalzante, ossessivo rincorrersi dei secondi della macchina meccanica. Anche la macchina solare è implacabile nella sua immutabile, indefettibile, millenaria precisione. E tuttavia è una macchina che può funzionare o anche no, secondo il capriccio del tempo, meteorologico, in questo caso. Può fermarsi e poi riprendere il suo lavoro, offrendo infallibilmente il Tempo esatto del luogo nel quale si trova, diverso, seppur di poco, dal Tempo segnato dalla meridiana posta nel colmello più vicino. La Natura può concederle una pausa, mai l’errore.
A ogni passo del nostro cammino la meridiana ci dona il Tempo Naturale dettato dal Sole, non ancora uniformato alle necessarie, umane, moderne convenzioni.
Ecco che il Tempo delle Meridiane è anche il Tempo Contadino, unico come la terra, l’acqua, il clima, i saperi e i costumi che rendono unico ogni singolo luogo, ogni vigna e ogni bosco. La magia di un Territorio.”
Paolo e Isabella Bisol